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Giovanna Lojacono – Stanze di mare

(3 recensioni dei clienti)

14.25

Mi scuso in anticipo con il lettore che entrerà nelle stanze. Spero di aver fatto un po’ d’ordine. Accanto alle chiavi ci sono alcune poesie, o sarebbe meglio dire, delle istantanee che io stessa ho scattato. Sono certa che, tra le pieghe di queste immagini, scorgerà significati che solo a lui è dato cogliere.

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Esaurito

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Descrizione

Giovanna Lojacono ha tradotto dal portoghese Anita Garibaldi. La nascita di una eroina (VerbaVolant 2016) e Bello. Storia di un capello (VerbaVolant 2018). Stanze di mare è il suo libro di esordio come autrice.

3 recensioni per Giovanna Lojacono – Stanze di mare

  1. superadmin

    Ho letto “Stanze di Mare” di Giovanna Lojacono così tutto d’un fiato, come un assetato trangugia un bicchier d’acqua in un’afosa giornata di agosto. Così come l’acqua sembra non bastarti anche le poesie di questa autrice non ti bastano. Quando finisci di leggerle ne vorresti ancora e ancora e ancora di più. Più che poesie sono lampi, sono a volte grida, sono comunque un mettersi a nudo.
    Il filo conduttore sono l’autenticità e l’immediatezza disarmanti che arrivano dritti e colpiscono il lettore, lettore che mai potrà rimanere indifferente.

    Monica

  2. Patrizia

    Raccolta di poesie di grande intensità e carisma. Consigliatissim!
    Recensione completa al seguente link
    https://lesfleursdumal2016.wordpress.com/2023/02/15/stanze-di-mare-di-giovanna-lojacono-eretica-edizinoi-a-cura-di-patrizia-baglioni/

  3. Andrea

    Ho letto le poesie di Giovanna Lojacono lentamente, per lasciare che i versi mi attraversassero, lasciando una traccia. A componimenti brevissimi si alternano, ritmicamente, poesie più lunghe, ma la qualità e l’intensità di questa raccolta d’esordio non si misurano con la lunghezza del metro, ma attraverso la scelta, sempre esatta, delle parole. L’autrice ha costruito versi ricchi di assonanze per trattare temi che sono invece quasi sempre frutto delle tante dissonanze della nostra contemporaneità. C’è un’inquietudine in questa scrittura che non è mai priva di coraggio, c’è denuncia mai priva di tenacia. L’autrice non rinuncia mai a dire con parole giuste e oneste. C’è intimismo, ma è un intimismo che da stanze vere e proprie, si proietta sempre fuori, perché di questo fuori si nutre la scrittura. È una scrittura che riflette sull’oggi per dare voce al domani, un domani che sia migliore, per tutti, e per tutte. Sfogliare questo libro pagina dopo pagina, equivale a fare professione di fede nella parola artistica, nella capacità catartica della poesia. È scrittura che ispira, che insegna a schiarire la propria di voce, invitando alla presa di parola. Ho amato profondamente, tra le poesie, “Quasi Niente”, che ha il tono, potentissimo, di un manifesto civile. E poi, “Soldato Triste” che ci ricorda, e ce n’è bisogno, dell’assurdità e della viltà della guerra e dei guerrafondai. Infine, Villarena, che chiude il volume, dove l’autrice celebra la convivialità, il rito. Del rito, fa parte, ahinoi, anche il congedo. L’autrice si congeda così dai suoi versi, e dal lettore. Ma i riti , lo sappiamo, sono ripetuti, e si spera che Giovanna ci regali nuove occasioni d’incontro nella scrittura.

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