Alessandro Ardigò – Prosimetro moderno
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Una pianura post-industriale, la megalopoli diffusa, un quadernetto in caratteri neogreci e K. che cerca un varco. Un mondo appiattito su una realtà reticolare e complessa e uno alla ricerca del simbolo e del suo significato. Una Natura che, nonostante tutto, torna più forte e misteriosa. Prosimetro moderno è il viaggio di K. all’interno di se stesso, per scoprire che conoscersi è a un tempo fondamentale e superfluo. È un crocevia di forme in equilibrio mutevole sempre destinate a trasformarsi in qualcos’altro. È la prosa-poesia, il regno di una incerta antitesi, di una incerta identità.
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Katia Iania (proprietario verificato) –
E oggi è finalmente arrivato questo breve racconto scritto da un caro collega. Scritto con passione, ricco di reminiscenze letterarie, da “bigia” che ricorda l’asino bigio di Rosso Malpelo, al ritrovamento di un manoscritto di manzoniana memoria, all'”imbruna” leopardiano per giungere al Pasto nudo di Borroughs. Una scrittura asciutta nella sua ricercatezza. Il protagonista K. ti prende per mano e ti accompagna in uno strano viaggio fra il surreale e la triste attualità del suono delle sirene.
Camilla (proprietario verificato) –
K. è ognuno di noi. È una persona che si guarda intorno e pensa. Riflette su qualsiasi cosa gli capiti ti durante la giornata, si sofferma su piccoli particolari. Sui pesci rossi, sui fili d’erba, sui mandarini arancioni e sulla letteratura.
Ad ogni descrizione sembra davvero di vedere l’orizzonte piatto della pianura padana, la piscina al tramonto, il fiume che scorre in piena di fianco a noi, il parcheggio vuoto.
Sembra di sentire le ambulanze a Bergamo durante la quarantena, anche.
K. ha messo nero su bianco un po’ del mondo intorno a lui mischiandolo nel ciclo delle stagioni, come se la sua esperienza personale, a questo punto, fosse pronta per diventare un po’ più universale
Angelica –
Un mondo onirico e acquatico, intimo e nostalgico, un viaggio introspettivo, atemporale, adimensionale. Non semplice da leggere ma intenso da sentire.
Gaia Epicoco –
“Se potessi srotolarmi, vorrei sapere dove i pezzi di me arriverebbero” così recita una delle poesie che inframmezzano la narrazione e credo ben rappresenti quello che ho provato leggendo Prosimetro moderno, la sensazione cioè di un movimento lento e calmo che accompagna il lettore per tutta l’opera. Come un gomitolo che lentamente si scioglie e si distende, così il protagonista si muove nel mondo che lo circonda, osserva e riflette su ciò che vede, eventi di poco conto, che si trasfigurano divenendo un momento di riflessione e introspezione cui noi prendiamo parte. K., il protagonista, riflette ma non trova risposte e forse questo è il punto di forza dell’opera che abbiamo davanti, quello di lasciare che sia il lettore a scegliere come proseguire il suo viaggio.
Valentino (proprietario verificato) –
Leggere i versi ”Un papavero solo in un mare di spighe…’ e sentire che la poesia meriterebbe di essere annoverata tra le composizioni di rilievo della letteratura contemporanea. È questo ‘Prosimetro Moderno’ di Alessandro Ardigò, un libro in cui componimenti poetici ricchi di simboli della modernità e di sentimenti universali sono intervallati dalle avventure personali del misterioso K, in cui gli echi della tradizione letteraria si sposano con le ambientazioi contemporanee, in cui azione e riflessione sono i due volti di una stessa medaglia, in cui ogni lettore può ritrovarsi e scoprire il proprio cammino ed il proprio posto in questa nuova realtà
Marta B. –
K cerca, K domanda, K pensa… K sono uomini e donne in perpetua ricerca e che aspettano, come K, uno squarcio nel cielo coperto dalle nuvole per sentirsi vivere. Situazioni apparentemente comuni che permettono all’io inquieto di K di interrogarsi. Gli opposti che si confrontano, ma non si annullano e si aprono in nuovi interrogativi. Non manca l’elemento che rende umano K: la speranza…”torneranno i prati”. Grazie all’autore per questo testo ricco di spunti, dal ritmo insolito che concede attimi di riflessione intimi e profondi…
Valentino Valitutti –
Leggere i versi ”Un papavero solo in un mare di spighe…’ e sentire che la poesia meriterebbe di essere annoverata tra le composizioni di rilievo della letteratura contemporanea. È questo ‘Prosimetro Moderno’ di Alessandro Ardigò, un libro in cui componimenti poetici ricchi di simboli della modernità e di sentimenti universali sono intervallati dalle avventure personali del misterioso K, in cui gli echi della tradizione letteraria si sposano con le ambientazioi contemporanee, in cui azione e riflessione sono i due volti di una stessa medaglia, in cui ogni lettore può ritrovarsi e scoprire il proprio cammino ed il proprio posto in questa nuova realtà
Rossella T. (proprietario verificato) –
Il prosimetro moderno
È un’antitesi di sé.
La ricerca del movimento, la ricerca della staticità.
Entrambi annichiliscono, entrambi tranquillizzano.
Per dirlo con due parole che scrissi in adolescenza, una cupa serenata. Ma pur sempre una serenata. A chi, a cosa? A tutto ciò che scorre e insieme sta fermo. Il fascino è proprio quello. E noi lo subiamo, eccome.
Lo voglio rileggere!
Daniele Gigli –
Dal topos abusatissimo del manoscritto perduto può ancora venire bella letteratura? Sì, se tanto per cominciare non ci si aspetta dalla novità a tutti i costi la salvezza dalla noia del leggere – e del vivere. Il topos è uno strumento della tradizione; e vivaddio se si può usare la tradizione, se si può ridire per l’ennesima volta la stessa cosa, senza che ciò sia agli occhi di chi legge un di meno. Vivaddio se si può anzi usare la cassetta degli attrezzi che il passato ci lascia senza farsi schiavizzare dall’infernale vizio dell’originalità.
Si può, quindi, ed è ciò che fa Alessandro Ardigò nel suo libro di esordio, «Prosimetro moderno», datato 2020 e a cui ha dato seguito all’inizio di quest’anno con «Cedere e altre cose dette d’amore». Un prosimetro in cui l’espediente del manoscritto ritrovato e a noi restituito dal traduttore/curatore ci insinua nelle avventure, più interiori che esteriori, del misterioso protagonista K., in cerca di sé nella «megalopoli diffusa».
Avventure, quelle di K., narrate in una prosa povera, tutta paratassi – non c’è forse una sola subordinata nell’intero libretto – ma di una povertà non ostentata, non di posa, quanto piuttosto utile, se non persino necessaria. Le avventure di K. sono soprattutto riflessioni e le riflessioni – appunto – *riflettono*, rendono come uno specchio gli oggetti che le suscitano. Così la narrazione per momenti giustapposti, in cui ogni istante sembra nascere e morire in sé, e le descrizioni coloristiche altrettanto giustapposte, in cui ogni immagine sembra nascere e morire in sé, sono capaci di rendere l’isolamento di un vivere che sembra parcellizzato e mai investito da un senso generale, da una *continuità*. E al tempo stesso, però, guardate più da distante suggeriscono una tessitura che è al di qua di qualunque percezione possano averne K., il suo narratore misterioso, il curatore/traduttore A.A. e Ardigò che li ha mossi tutti qui a convegno per noi che leggiamo.
Ai passi narrativi – di prosimetro trattandosi – il narratore della storia di K. alterna brani poetici da altri autori sconosciuti, così moltiplicando e così ulteriormente ringiovanendo il topos del manoscritto perduto. Sono brani che presi singolarmente convincono a volte meno, ma che nell’economia dell’opera funzionano – e che sono comunque a tratti molto belli, come i versi di copertina, con cui qui chiudiamo.
Se menti,
il tuo cuore peserà più di una piuma.
E Ammit,
il demone leone-ippopotamo-coccodrillo
senza rimpianti
mangerà il tuo cuore.
(Alessandro Ardigò, «Prosimetro moderno», Eretica Edizioni, 2020)
Rossano Pestarino –
Liber mirabilis. Prosimetro moderno o postmoderno che si nutre alle radici di antichità, medioevo e modernità, canzoniere “recuperato”, ‘per disiecti membra poetae’, e ricostruito, diario lirico e filosofico esploso tra tempi e tempi, romanzo solipsistico della discesa di K., taccuino divaricato dei passi tardi e lenti fra fabbriche, città, pianure, acque… Liber mirabilis, immo mirandus.